domenica 21 agosto 2011

LOW-FI: garage-rock da esportazione - Il suono della Napoli oscura e notturna


Quando pensiamo al tessuto musicale napoletano underground, la mente va subito agli anni’90 e alla smania di electro-dub che prese i gruppi dell’epoca: una rivisitazione in chiave mediterranea di quanto accadeva molti chilometri più su, nei dintorni di Bristol, profonda Inghilterra. I Massive Attack avevano creato un genere – evento epocale, a pensarci bene: da quanto non accadeva? Il rock, dal punto di vista che lo lega agli strumenti tradizionali di una band (vedi chitarra, basso, batteria, etc.) non sarebbe stato più lo stesso. Nacquero così 99 PosseAlmamegretta24 Grana: indimenticabili, in quel decennio, certi lavori di Zulù, Raiz & soci. Il loro era un linguaggio musicale esportabile anche al di fuori dei loro stretti confini territoriali: imparate le lezioni sull’elettronica e il drum’n’bass, ci cantarono sopra di tutto, dalla rabbia verso il sistema a melodie che richiamavano la storia del territorio, riportando alla mente le invasioni arabe e spagnole.


Tutto ciò c’entra poco con i Low-Fi, il gruppo che voglio presentarvi oggi. Altri suoni, altri atteggiamenti, altri tempi. Una cosa però accomuna questi ragazzi a quell’epoca di cui vi ho accennato: la voglia di parlare con un linguaggio internazionale, di uscire fuori dai confini, di dimostrare ancora che in Italia si può fare musica molto migliore di quella che ci propinano le radio o MTV, piene di musicisti che pensano che avere un taglio di capelli particolare possa portarli nell’olimpo del rock.

I Low-Fi, dicevo, sono di Napoli e uniscono a suoni propriamente rock – Alessandro, Adriano e Marco compongono il classico combo basso/chitarra/batteria – un’attuale coscienza elettronica (se ne occupa Fabio). Il risultato è tutt’altro che mediterraneo: pezzi cantati in lingua inglese, con un’ottima pronuncia, che suonano spietati e moderni.
Il loro primo lavoro di studio (l’ep che vi stiamo presentando, distribuito da Octopus Record e prodotto da G. Fontanella, chitarrista dei 24 Grana) suona così molto interessante, dimostrando subito la chiarezza di intenti di questa band che si presenta con un sound già molto originale, nonostante le dichiarate influenze (dEUS, Sonic Youth, Motorpsycho, Soulwax, Nin e Placebo su tutte).
Tra i 5 pezzi dell’ep, spiccano i riff taglienti e spigolosi di Garage floor e No morning; mentre Wrongness, che inizia con un basso viscerale, supportato da una sezione ritmica precisissima, la vedo come perfetta colonna sonora per un giro notturno metropolitano in macchina. Something, che chiude la serie dei 5, è quella in cui più si sente il lavoro che la band fa con l’elettronica, che risulta non invasiva ma è efficace nel dare al sound di tutto il disco un alone di mistero.
L’impressione, grazie anche alle mai banali linee melodiche del cantato di Alessandro, è quella di un disco molto notturno, oscuro, profondo.

I Low-Fi fanno bene a puntare poco sulla loro appartenenza territoriale, per tenersi aperte  le porte dei palchi del resto d’Europa. Lavori come questi, già di ottima qualità, sono un ottimo biglietto da visita in qualsiasi club. Infatti la band napoletana si è già esibita live in Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Danimarca e Ungheria, oltre che in Italia, riscuotendo sempre un crescente successo, vista l’alta qualità sonora.
Come se non bastasse quello che vi sto dicendo, i Low-Fi hanno in curriculum anche due partecipazioni a importanti compilation: una dedicata a Peppino Impastato (nel 2008, con pezzi anche di Marlene Kuntz, Zu e One Dimensional Man tra gli altri), per cui la band ha donato l’inedito “Compagno” (una particolarità nel loro repertorio, perché cantata in italiano); e un’altra in memoria di Syd Barrett (nel 2009), dal titolo “Clowns & Jugglers”, in cui interpretano una cover di “No man’s land”.

Il nostro lavoro è quello di scovare la qualità nell’impervio sottobosco dell’underground italiano, per cercare di condividerlo con tutti: date queste premesse, i Low-Fi meritano tutta la vostra attenzione. Non vediamo l’ora che esca il loro primo lavoro sulla lunga distanza, previsto per i prossimi mesi.

Il Myspace dei Low-fi, dove potrete ascoltare alcuni brani dell’ep

Pubblicato il 21/01/2011 su Axxonn.it

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