giovedì 25 agosto 2011

Un dimenticabile anno di cinema


Nel 2010 sono stati pochi i film memorabili: tiriamo le somme.
Cosa ricorderemo del 2010 cinematografico e che tipo di anno è stato per il cinema in Italia? Classifica di incassi alla mano, vediamo cosa si può menzionare dell’anno appena passato e quali sono state le preferenze degli italiani che frequentano le sale.

Al primo posto troviamo il sorprendente “Benvenuti al sud”, commedia brillante con Claudio Bisio e Alessandro Siani che mette a nudo i tipici luoghi comuni che attanagliano il nostro Meridione: retorica a go-go e qualche invadenza pubblicitaria di troppo (vero, Poste Italiane?) non rovinano comunque la festa allo spettatore. Insomma il film è piacevole e si ride davvero di gusto; la sorpresa è l’incasso totale, quasi 30 milioni di euro, una cifra ragguardevole per il mercato italiano.
Sugli altri due gradini del podio troviamo due film-sequel, ovvero appartenenti a una sorta di saga, o meglio ancora: niente di nuovo, tutto già visto e rivisto. Parlo rispettivamente di “Harry Potter e i doni della morte” e “Shrek: vissero felici e contenti”. Il discorso è identico per entrambi: per chi si fosse perso i primi capitoli della storia, sappia che si è perso il meglio. Il 2010 ci dice che le due saghe sono alla frutta (almeno per quanto riguarda le idee); notevole invece il successo di incassi (tutti e due intorno ai 17 milioni di euro), cosa che fa presagire – ahimè! – ennesimi episodi simili.
Natale in Sud Africa” è la stucchevole riproposizione di una trama di cine-panettone che non cambia mai dalla sua nascita (datata 1983: altro che saga!): le vacanze, gli equivoci amorosi, i tradimenti, tette e culi, le gag e le parolacce in dialetto. Almeno agli inizi, con i fratelli Vanzina, questi film avevano un suo senso. Oggi lo spettatore sa già in anticipo come sarà il film, e nonostante tutto De Laurentiis incassa oltre 16 milioni di euro: facciamoci delle domande!
Bene anche il film di Aldo, Giovanni e Giacomo “La banda dei Babbi Natale”: ormai anche loro approfittano molto del mercato natalizio, ma almeno qualche idea nuova ce la mettono sempre. E, nei primi dieci posti, altri due film di animazione: il divertente “Cattivissimo Me” e il più classico “Rapunzel – L’intreccio della torre”.
Per trovare un film che meriti di essere ricordato per la sua inventiva e la sua forza visionaria, dobbiamo scorrere la classifica degli incassi fino all’ottavo posto dove troviamo “Inception” di Christopher Nolan: Leonardo di Caprio è Dom Cobb, un abilissimo ladro specializzato nell’estrazione di segreti dal subconscio durante la fase di sonno REM. La trama si svolge attraverso un abile intreccio di spionaggio internazionale e intimo dolore per la forzata perdita delle cose care. Effetti speciali allucinanti e complessità della storia fanno del film di Nolansicuramente una delle più belle pellicole del 2010 (incasso di poco superiore ai 10 milioni).
Oltre il decimo posto della classifica di incassi, rimangono da segnalare l’ennesima commedia borghese di un Woody Allen che non è più quello degli anni’70 (“Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”); “The social network”, storia dell’ascesa di Facebook; e “Buried”, claustrofobico thriller in cui un uomo intrappolato in una bara sotto terra cercherà per tutto il tempo del film di uscirne vivo: con sé ha solo un telefono cellulare, ma non vi rivelo altro.
Oltre le classifiche, nemmeno i festival europei più importanti possono ricordare come memorabile la propria edizione: a Venezia il presidente di giuria Tarantino ha finito per premiare il film della sua ex-compagna, Sofia Coppola, “Somewhere”; ingombrante anche il giudizio dell’eclettico Tim Burton sul vincitore del festival di Cannes, il visionario “Uncle Boonmee” del thailandese Apichatpong Weerasethakul, mentre a Berlino ha vinto “Miele” del regista turco Semih Kaplanoglu.
Insomma, non resta che sperare in un 2011 con più idee. L’inizio sembra incoraggiante: torna quel maestro di Clint Eastwood con “Hereafter”, un film sulla vita dopo la morte con Matt Damon. Sperando che la qualità, in Italia, abbia finalmente gli incassi che merita.

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