venerdì 26 agosto 2011

"Racconti disperati" - Il nuovo libro di Peppe Lanzetta


Peppe Lanzetta è uno dei pochi, veri artisti italiani a tutto tondo. Anzi, è un “grandeartista”: così, tutto attaccato, come lo ha definito Renzo Arbore nella prefazione a Figli di un bronx minore, il volume di racconti che nel 1993 ha fatto conoscere il Lanzetta-autore-di-culto ai lettori più attenti del nostro paese.
In realtà il personaggio di cui vi sto parlando nasce come attore innanzitutto teatrale, che si è fatto una fama negli anni ’80 con il suo cabaret grottesco e “disumano”, ispirato all’arte comica dell’americano Lenny Bruce. Ha lavorato però anche per il cinema con autori come Sorrentino, Tornatore, De Crescenzo, Loy.

Lo ha fatto soprattutto da caratterista, per via del suo volto così segnato dal tempo e dai luoghi della sua vita: quella Napoli del bronx, spesso dimenticata dalle cartoline, offesa e mutilata, quella casbah che i turisti o i passanti occasionali non conoscono. Ma Peppe Lanzetta è anche musicista che ha collaborato con Pino Daniele, Franco Battiato, James Senese. Oltre che scrittore, un grande scrittore.
Racconti disperati”, uscito nelle scorse settimane, non si discosta da quel solco così personale che il Lanzetta scrittore ha tracciato negli anni. Anche stavolta si tratta di una raccolta di racconti, così come nella maggior parte delle sue opere precedenti.
Ventiquattro fotografie bruciate provenienti direttamente dalla Napoli di “serie B”, lontana da Posillipo o dal Vomero: storie brevi e spesso lancinanti, che descrivono una città con un’enorme periferia dove tutto può succedere e dove tutto ha quasi ineluttabilmente un epilogo tragico.
I protagonisti delle prose di Lanzetta, da sempre sentono l’esigenza di evadere da una realtà con cui invece sono inevitabilmente compromessi, questa capitale del sud immensa che è allo stesso tempo madre e galera.
C’è uno struggimento di fondo nella scrittura istintiva che racconta di malavita quotidiana, giovani sbandati e sperduti, amori maleducati, sogni mai nati: tutti protagonisti che condividono, a livello profondo, la mancata libertà di scelta sul proprio destino. In questa Napoli-matrigna il destino sembra spesso segnato fin dalla nascita.
Ed eccoci allora alle prese con personaggi che sognano la fuga il più lontano possibile, magari in America. E per alimentare le loro illusioni si fanno chiamare Anoressica Jane,Quentin Malinconia, Michirurche o Bobby Solopaca.
Ma New York, Las Vegas e New Orleans chi le vedrà mai! Bisogna accontentarsi di un giro al circolo canottieri sulla Litoranea per pensare, per qualche mezz’ora, di essere in un altrove rispetto alla città da cui si proviene.
Con i “Racconti disperati” di Peppe Lanzetta si entra a fondo nel tessuto urbano degradato di una Napoli che è lontana da pizze, mandolini e Pulcinella: si entra in empatia con un bronx comico, surreale e drammatico, con una vita davvero agra.
Per questo la scrittura di quest’artista, soprattutto in questi giorni di degrado e “munnezza”, riesce a colpire con grande impatto. Per dirla con Kafka, “come un’ascia nel ghiaccio”.

Nessun commento:

Posta un commento