venerdì 26 agosto 2011

NATS, shock elettrico


Sesto appuntamento con le migliori band emergenti italiane: è la volta dei NATS.
Se c’è una tendenza musicale che contraddistingue gli ultimi anni, questa è senza dubbio l’electro-pop. Avevano cominciato i Radiohead tanto tempo fa: come sempre per i comuni mortali il futuro arriva dopo e, negli ultimi tempi, il verbo è dilagato. Provare per credere un gruppo come i MGMT, tanto per fare un nome. E l’Italia è al passo?

A star ad ascoltare le radio, no. Certo, è vero che le radio non sempre riescono ad essere il termometro della salute musicale di un Paese, con ammiccamenti commerciali talvolta eccessivi; ma è pur vero che questo filone musicale fatica ad attecchire a livello di band (fanno eccezione alcuni cantanti che, per svecchiarsi un po’, provano a giochicchiare un po’ con l’elettronica. Ad esempio, avete sentito l’ultimo singolo di Anna Tatangelo, “Sensi”? Stendiamo con misericordia un velo pietoso…)
Non certo aiutati da questo anacronistico contesto, i NATS (acronimo di: Nena and the Superyeahs) stanno uscendo pian piano alla ribalta, dopo aver tanto sgobbato con la gavetta dei concorsi e dei festival. Un po’ di curriculum: nati nel 2006, hanno subito collezionato importanti  vittorie nei più conosciuti concorsi nazionali come ”Operazione Soundwave 2008″ su MTV, “Heineken Jammin’ Contest 2008”, “Ypsigrock Contest 08”, “Emergenti 2007”, “Sconcerti 2007” e “Nuovi Suoni Live 2007”. Oltre alle importanti aperture fatte dalla band per artisti del calibro di The Cure, John Legend, Afterhours, Morgan, Marlene Kuntz, Silverstein, Story of the Year, Vanilla Sky, Bluvertigo,  Bedouin Soundclash, Art Brut e molti altri.
Senza dubbio siamo davanti a qualcosa di grosso, e l’ascolto del loro album di debutto, “Electric Lane”, è folgorante: il disco ha senz’altro una struttura rock, venata però da molti elementi electro e d’n’b. Ne esce fuori un suono energico e ballabile, tra il minimalismo à là Suicide e la vitalità degli Yeah Yeah Yeahs: provare per credere, in fondo al testo trovate il link dove ascoltare tutto l’album!
Ma allora come mai non ascoltiamo i NATS in radio: colpa davvero di un contesto che ancora non ha ben assimilato elementi electro-pop, o magari è proprio la band che non vuole uscire dal sottobosco dell’underground? Mi ha risposto Matteo, uno dei componenti del gruppo: “Sarebbe poco sincero da parte nostra dire che vorremmo rimanere “Indie” per tutta la vita, ma non abbiamo un target specifico di pubblico a cui ci riferiamo. Il nostro ultimo disco, Electric Lane, è stato pensato, scritto ed arrangiato semplicemente in modo da essere contemporaneo con le sonorità Europee ed il risultato è particolare perchè oggi viene vissuto come “prodotto” indie dal mercato Italiano e mainstream per il resto del mondo”.
Gli chiedo allora se sono soddisfatti dei risultati finora raggiunti: “Siamo una band molto ambiziosa e dedita al lavoro e alla voglia di migliorarsi sempre, per cui difficilmente ci sentiranno dire che siamo soddisfatti al 100% di qualche cosa che abbiamo fatto. Sicuramente possiamo dire con certezza che il disco ha avuto all’estero una diffusione e un riscontro decisamente maggiore di quella che pensavamo. Da quando è uscito alcuni brani sono in rotazione su alcune radio e web radio americane e il disco è stato presentato più volte come una delle uscite indipendenti più interessanti del momento.In Italia invece ci siamo resi conto che il canale Electro Pop non esiste per cui è molto più difficile riuscire a far passare e capire la nostra musica”.
Infine una curiosità: come mai questo nome? Sempre Matteo mi spiega la scaramantica genesi: “È nato quasi casualmente e figlio dei modi in cui Nena è entrata a fare parte della band. In origine Nena avrebbe dovuto far parte della band per un periodo determinato giusto il tempo di partecipare a due concorsi ai quali la band, i Superyeahs, al momento senza cantante, si era iscritta. L’ottimo feeling ed i risultati dei concorsi (vinti entrambi) ci hanno convinto a continuare insieme mantenendo questo nome”.

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