Maschi rozzi e virili, donnaioli per vocazione. Donne
sacrificate in casa, ciniche coi loro mariti, ma con un’immensa capacità di
sopportazione. Quale ragazza, al giorno d’oggi, riuscirebbe a sopportare un adulterio, riuscendo a ingoiarlo per
rispondere a un fine che oggi spesso dimentichiamo, quello della coesione
familiare? Quale ragazza, al giorno d’oggi, ha un cuore così grande?
Le donne dell’Italia di provincia ricordata da Pupi Avati il cuore grande ce l’avevano,
nonostante il peso da portare a volte fosse molto greve. Era l’Italia dei
nostri nonni, povera e semplice, in cui restare uniti voleva significare
maggiori possibilità di sperare in un futuro migliore. Era l’Italia dei piccoli
paesi, del fascismoa volte di
sottofondo, cristiana e formale. E lo sguardo di Avati è piuttosto nostalgico.
“Il cuore grande
delle ragazze”, presentato all’ultimo “Festival Internazionale del film di
Roma”, ha il tono della commedia agrodolce, godibile ma non memorabile. Siamo
nell’Italia contadina, nella provincia emiliana, dei primi anni’30. La famiglia Vigetti ha tre figli: il piccolo Edo (che in
realtà è colui che racconta la storia, nella voce fuori campo), la sorella
Sultana che è rinchiusa in casa in attesa delle mestruazioni che non arrivano
da dieci anni, e l’ignorante ma affascinante Carlino, interpretato da Cesare
Cremonini.
Carlino è colui che ha ereditato la vocazione di
donnaiolo dal padre (Andrea Roncato):
è un ragazzaccio che fa innamorare le ragazze col suo fare ardito e il suo
alito che profuma di biancospino. Se la
gode finchè può, ma un giorno i genitori, per non essere sfrattati dalla casa
in cui abitavano, gli intimano di maritarsi con una delle due figlie (bruttine)
degli Osti, ricchi proprietari terrieri. Lui viene convinto di malavoglia, ma
l’apparizione di una terza figlia degli Osti (la bella Micaela Ramazzotti) sconvolge i piani di tutti. Come prevedibile, i
due si innamorano e si sposano – nonostante il risentimento della famiglia di
lei. Ma non vivono proprio felici e contenti…
"Le donne di
allora avevano una grande capacità di sopportazione - racconta la
Ramazzotti - È un talento quello di
sopportare un tradimento. Oggi le donne hanno la capacità di capire le
debolezze e le fragilità umane. Io
sono sposata (con Paolo Virzì, ndr):
ho un rapporto equilibrato, sano, misurato ma se mi tradisce lo ammazzo".
Effettivamente sembra questo l’intento del regista: aprire uno squarcio su un
mondo che ci apparteneva ma che forse non tornerà mai più.
Pubblicato il 30/11/2011 su Ghigliottina.it
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