martedì 19 febbraio 2013

"Chi nasce tondo muore rotolando" - Intervista a Fabio Carroccia


Questo è il titolo del primo libro di poesie di Fabio Carroccia, fondano, poeta per mancanza di definizioni appropriate. Ho trovato i suoi versi molto interessanti, perchè parlano di noi, di tutte le persone che ci circondano in questa vita di provincia, del ridicolo che c'è in loro e anche in noi stessi. Così l'ho intervistato...
Fabio Carroccia non è nessuno. O almeno nessuno vorrebbe essere.
Vorrebbe vivere in campagna, anzi più lontano, in una specie di rifugio. Ad allevare bestie o a fare il vino.
Ad alzarsi presto la mattina, a morire di freddo d'inverno, a parlare poco e lavorare, a mangiare il suo formaggio davanti al camino. "A volte lo faccio – mi dice – parto con poche persone care per stare qualche giorno lontano da tutto. Cerco un contatto con la natura per capire ciò che sono. E ogni volta mi sento felice, soprattutto a sera, perché sento di non aver sprecato neanche un secondo: ero stanco di una stanchezza che dà soddisfazione, che ti fa sentire utile, e che troppe poche volte riscontro nel contesto in cui vivo". Beh allora, perché non tagli i ponti e te ne vai? "Non me la sento, rinuncerei a troppo e non sono pronto".

Io conosco la persona che mi sta di fronte. Non vuole fare il finto asceta. Davvero soffre per questa rinuncia della nostra società cittadina alla purezza delle cose semplici e terrene, a soffocarne l'istinto. E tira avanti così, tra onestà e vigliaccheria, tra lavori mai definitivi, scommesse calcistiche sbagliate per poco e poesie.
Già, perché è di questo che stiamo parlando. Fabio scrive poesie e sono qui con lui, in un bar di con troppe luci della nostra città, dove i camerieri tradiscono un'adolescenza passata a fottersene di costruire qualcosa, e la loro terribile cadenza è lì a ricordarcelo. "Ecco, la mia è una poesia – se così vogliamo chiamarla – grottesca, delle cose e delle persone ridicole. Ma io non sono molto meglio". Mentre parla penso che uno di questi camerieri o passanti potrebbe esserne il protagonista perfetto. "Benchè l'uomo non sia unico, credo che la ridicolaggine sia un concetto universale: cerco il patetico in ogni cosa, lo metto per iscritto per poi cercarne una via di fuga".

Cito una sua poesia, chiedendogli allora come si fa ad "emergere in un paese patetico" (da "Poesia del Frescone", ndr). La sua risposta è la conferma che effettivamente c'è del patetico in ognuno di noi: "Ma allora davvero hai letto il libro?". Poi ritorna in sé: "è difficile emergere, soprattutto in campo artistico. Ad esempio in questo campo è patetico chi sa creare arte talmente stupida, che ha il pregio di piacere a tutti. E che si compiace della ristretta cerchia provinciale di seguaci che ha".
E la tua arte piace? Ovvero: tu vuoi camparci di queste poesie? "Non ci penso nemmeno. Per me queste poesie sono un divertimento, una valvola di sfogo, qualcosa che viene fuori istintivamente. Poi, figurati, non ho ambizioni statistiche: non me ne frega un cazzo di farmi piacere per forza. Qualche soddisfazione ce l'ho confrontandomi con chi ha lo stesso atteggiamento verso questo tipo di arte".

Ecco, giusto per farvi capire che lo comprate o non lo comprate sto libro, Fabio è qui per dire la sua. E se vi sembra poco, potete anche non leggere la poesia che ho allegato in basso dopo l'articolo.
E per dire la mia, se ho deciso di intervistare Fabio Carroccia, è perché mi piacciono le forme d'arte che raccontano una verità. Le verità di Fabio, che poi sono i personaggi delle sue poesie senza rime, sono fatte spesso di rutti, peti, donne grasse, ego smisurati tipici del provinciale, scarpe Paciotti, PornHub, scommesse, stomaci e colon tormentati e lunghe stagioni a cercare la gloria a Football Manager. Una poesia fatta di piccole gioie e delusioni quotidiane, di quelle cose ridicole e patetiche che fotografano un ricordo, uno stato d'animo. E che messe insieme fanno una vita di provincia, che comunque, coraggiosamente, si è deciso di raccontare.
"Chi nasce tondo muore rotolando" contiene tutte queste piccole, patetiche verità. E per questo credo che sia il libro che meglio di tutti racconta la vita di una cittadina di provincia, la nostra. Perché dentro quei versi ci siamo tutti noi.

"Chi nasce tondo muore rotolando", Nulla Die, €18
QUI la pagina Facebook dove Fabio posta le sue poesie
QUI la pagina Facebook del NUCLEO NEGAZIONI, gruppo di scrittori di "controcultura" di cui Fabio fa parte

ANALITICA
Siamo scimmie ammaestrate
avanzi di laboratorio
carne in scatola in fase di studio
ci iniettano sentimenti malati
punture inframuscolo fatte a mestiere
magoni da Calimero
idee sostanzialmente fallimentari
ci strappano via mucose
pezzi di cervello
ci asportano sorrisi e desideri
dobbiamo ucciderci
tutti
dobbiamo implodere agonizzando
tutto quello che desideri Chicco
non esiste
è una proiezione drogata
del tuo ipotalamo sforacchiato
vivi cercando la via di fuga
ma il labirinto è la tua casa
per questo desideri correre
combattere guerre
aggredire a mani nude
strappare a morsi
ma poi è già ora del rancio
non devo più sbatterti per la tua razione
non devi più guadagnarla
te la servono loro non preoccuparti
hai anche un telecomando
cambia canale
divertissement
puoi scegliere il gusto del tuo suicidio
il profumo del tuo declino
caga nel deposito di monete di zio Paperone
ama Qui Quo Qua
fai la giovane marmotta del cazzo
c'é tempo per piangere e per ridere
hai tutto il tempo che vuoi
per soccombere pacificamente
il dna patogeno è già in funzione dentro di te
non serve sbattersi
compriamo del buon vino Chicco
così per una sera ci fingeremo liberi
così ipotizzeremo la morte
scaleremo montagne di piacere
e magari faremo una bella gara
a chi ce l'ha più lungo
il bisogno di vivere
è proprio vero che puoi scappare
ma da te
non ti salverà nemmeno il cataclisma virtuale
puoi accellerare il passo
ma la tua testa ha pistoni buoni e modifiche da gara

(Articolo pubblicato su FondiViva.it l'11/02/2013)

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