mercoledì 21 dicembre 2011

Perchè vedere il "Cinepanettone"


Analisi di uno strano fenomeno magnetico

Vi ricordate di quando Berlusconi stravinceva puntualmente le elezioni, e in seguito non si riusciva a trovare un cittadino che ammettesse di averlo votato? Il “Cinepanettone” risponde alla stessa oscura logica: perennemente campione dei botteghini natalizi, e non uno che ammetta di averlo visto.
È molto strano che quest’anno, con le dimissioni del Cavaliere, il film di De Laurentiis ancora non sia arrivato in cima alle classifiche di incassi. C’è qualche legame, o è solo che la gente si è un pochino stancata? Se la prima ipotesi è affascinante, la seconda, per ammissione di Neri Parenti (il regista dei vari “Vacanze a…”), si avvicina di più alla verità: “abbiamo sentito qualche scricchiolio nella struttura, quindi abbiamo pensato di correggere il tiro”, ha ammesso. E allora il film più nazionalpopolare che abbiamo si riscopre autarchico e torna alle origini, come 28 anni fa: addio posti esotici e costi di location proibitivi, quest’anno “Vacanze di Natale a Cortina”.

Altre novità è il ritorno alla sceneggiatura dei fratelli Vanzina (cha mancavano da parecchi anni). Ne esce fuori il miglior “cinepanettone” degli ultimi anni: meno volgare, con più ritmo e, soprattutto, più vicino alla realtà. In questo senso, la scelta simbolica di Cortina non è casuale: in periodi di crisi economica meglio restare a casa con quello che abbiamo. E poi, questi non sono tempi incerti? Beh, cosa c’è di più sicuro del film di Natale: sai già quello che ti aspetti, e in questo periodo non è poco.

Certo, il copione è più o meno sempre quello: il marito dongiovanni che si scopre cornuto, lo spiantato che vuol fare la bella vita in vacanza, il siciliano e il romanaccio per le battute più colorite, la solita gag della caduta goffa. Ma il “cinepanettone” non si va a vedere per la sua qualità: è un rito collettivo, un’adunata popolare, un evento capace di riunire le famiglie, far schiodare dai divani i mariti appesantiti dai cenoni e portare al cinema i bambini. È un modo efficace per vedere gli amici e non stare al freddo. È una ventata di leggerezza
in tempi che sembrano chiederci sempre più severità.
La sala sarà piena di persone che chiedono solo due ore di svago: vi sembra poco? Nessuno seguirà il film in religioso silenzio, anche perché non ce ne sarà bisogno, come quando si andava al vecchio cinematografo. Il vostro vicino riderà ad ogni battuta che a voi sembrerà scontatissima, ma sarà questo che farà sorridere anche voi. E magari vi chiederete: che male c’è a ridere del niente, sul niente. Voi ne siete ancora capaci? Quanto vi manca non saperlo fare più?

I bambini schiamazzeranno, altri non riusciranno a stare fermi. Dimenticatevi la vostra TV on demand di fronte al divano da due posti, e provate a sentirvi parte di un insieme.
Sono anni che vado a vedere il “cinepanettone”, e lo faccio per questi motivi. D’altronde, film del genere esistono anche per che si rifiuta categoricamente di vederli: tutti hanno bisogno di qualcosa da disprezzare, per sentirsi migliori degli “altri”. Ma sta proprio qui il bello di questi film: sono profondamente rispettosi delle libertà, dei desideri e delle illusioni di tutti, nessuno escluso.
Buon Natale!



Pubblicato su Ghigliottina.it il 21/12/2012

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