Vi ricordate di quando Berlusconi stravinceva puntualmente le elezioni, e in seguito non
si riusciva a trovare un cittadino che ammettesse di averlo votato? Il “Cinepanettone” risponde alla stessa
oscura logica: perennemente campione dei botteghini natalizi, e non uno che
ammetta di averlo visto.
È molto strano che quest’anno, con le dimissioni del
Cavaliere, il film di De Laurentiis
ancora non sia arrivato in cima alle classifiche di incassi. C’è qualche
legame, o è solo che la gente si è un pochino stancata? Se la prima ipotesi è
affascinante, la seconda, per ammissione di Neri Parenti (il regista dei vari “Vacanze a…”), si avvicina di più
alla verità: “abbiamo sentito qualche scricchiolio
nella struttura, quindi abbiamo pensato di correggere il tiro”, ha ammesso.
E allora il film più nazionalpopolare che abbiamo si riscopre autarchico e
torna alle origini, come 28 anni fa: addio posti esotici e costi di location
proibitivi, quest’anno “Vacanze di
Natale a Cortina”.
Altre novità è il ritorno alla sceneggiatura dei fratelli
Vanzina (cha mancavano da parecchi
anni). Ne esce fuori il miglior “cinepanettone” degli
ultimi anni: meno volgare, con più ritmo e, soprattutto, più vicino alla
realtà. In questo senso, la scelta simbolica di Cortina non è casuale: in periodi di crisi economica meglio restare
a casa con quello che abbiamo. E poi, questi non sono tempi incerti? Beh, cosa
c’è di più sicuro del film di Natale: sai già quello che ti aspetti, e in
questo periodo non è poco.
Certo, il copione è più o meno sempre quello: il marito dongiovanni che si scopre cornuto, lo
spiantato che vuol fare la bella vita in vacanza, il siciliano e il romanaccio
per le battute più colorite, la solita gag
della caduta goffa. Ma il “cinepanettone” non si va a vedere per la sua
qualità: è un rito collettivo, un’adunata popolare, un evento capace di riunire
le famiglie, far schiodare dai
divani i mariti appesantiti dai cenoni e portare al cinema i bambini. È un modo
efficace per vedere gli amici e non stare al freddo. È una ventata di leggerezza
in tempi che sembrano
chiederci sempre più severità.
La sala sarà piena di persone che chiedono solo due ore
di svago: vi sembra poco? Nessuno
seguirà il film in religioso silenzio, anche perché non ce ne sarà bisogno,
come quando si andava al vecchio cinematografo. Il vostro vicino riderà ad ogni
battuta che a voi sembrerà scontatissima, ma sarà questo che farà sorridere
anche voi. E magari vi chiederete: che male c’è a ridere del niente, sul niente. Voi ne siete ancora capaci? Quanto
vi manca non saperlo fare più?
I bambini schiamazzeranno, altri non riusciranno a stare
fermi. Dimenticatevi la vostra TV on
demand di fronte al divano da due posti, e provate a sentirvi parte di un
insieme.
Sono anni che vado a vedere il “cinepanettone”, e lo faccio per questi motivi. D’altronde, film del
genere esistono anche per che si rifiuta categoricamente di vederli: tutti
hanno bisogno di qualcosa da disprezzare, per sentirsi migliori degli “altri”. Ma sta proprio qui il bello di questi film:
sono profondamente rispettosi delle
libertà, dei desideri e delle illusioni di tutti, nessuno escluso.
Buon Natale!
Pubblicato su Ghigliottina.it il 21/12/2012
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