lunedì 7 novembre 2011

Il calmo ordine dei Finlandesi


Viaggio a Jyvaskila, nel cuore della Finlandia, alla scoperta della civiltà del rispetto



Non c’è un motivo davvero buono per trovarsi a Jyväskylä nell’ultima settimana di ottobre, a meno che non siate finlandesi. È vero che si tratta di uno dei migliori poli universitari della Scandinavia, e quindi d’Europa: ma uno studente in procinto di studiare all’estero ha di fronte a sé scelte comunque allettanti e meno estreme della meta finlandese. Lo stesso si può dire del turista che decide di fare un viaggio in Europa.


Dico questo non per sconsigliare il lettore, ma per metterlo in guardia: non è da tutti un passaggio in terra finnica, soprattutto lontano dalle mete più conosciute e internazionali come possono essere Helsinki o Tampere. Innanzitutto per un fattore climatico, date le temperature che registrano, in media, 15/20 gradi in meno alle nostre in tutte le stagioni (quindi ora siamo attorno lo zero). E poi per un fattore relazionale: i finnici sono esseri umani fondamentalmente gentili, ma essenzialmente solitari. Loro la chiamano riservatezza; noi – soprattutto se dotati di poco tatto e di scarsa apertura mentale - potremmo interpretarla come asocialità.

Fatte le dovute premesse, Jyväskylä è un posto da visitare per svariati motivi, che cito qui di seguito in modo disordinato, come farebbe un mediterraneo (io, noi) voglioso di comunicare alcune meraviglie della civiltà che al nostro Paese sono sfuggite, non si sa bene per quali ragioni.

La cosa che colpisce di più è il rispetto per la cosa pubblica. Il costo della vita in Finlandia è più elevato che da noi, ma i risultati arrivano all’occhio da subito. I treni e gli autobus, ad esempio, sono puliti e passano davvero in orario; per le strade non ci sono rifiuti fuori dai cestini; la raccolta differenziata la fanno tutti e la fanno bene, dato che i comuni mettono a disposizione i giusti strumenti per effettuarla a dovere; i luoghi pubblici e ad uso del cittadino (dai parchi agli edifici universitari) sono mantenuti sempre in ottimo stato, non vengono danneggiati insensatamente, e offrono agli abitanti servizi efficienti e spesso gratuiti (il riferimento va dalle più disparate strutture sportive all’onnipresente wi-fi).

In pratica pagano tutti per essere tutti ripagati. Così vengono garantiti controlli maggiori e severi, ma la cultura del rispetto delle regole, del rispetto del prossimo, del rispetto del bene di tutti è talmente insita in questa società che quasi non ce n’è bisogno. Ne risulta una quotidianità più vivibile, dalla mancanza di traffico – il forte spirito ecologista e sportivo di questo Paese rende il traffico di questa cittadina praticamente inesistente – alla mancanza di file agli sportelli, dalla disponibilità di strutture e laboratori adeguati a uno studio appassionato, alla cordialità dei negozianti per uno shopping rilassato.

La percezione forte è che i soldi pubblici non vengano sprecati, ma investiti con intelligenza. Percezione diametralmente opposta a quella che si ha nel nostro Paese. Confrontare i risultati è una pratica dolorosa ma necessaria: la Finlandia non ha debito pubblico e investe parecchio in cultura e servizi, ripagandosi continuamente con un immenso capitale umano. In Italia manca la stessa cultura dell’investimento: ne derivano fughe di cervelli, debito pubblico crescente e vivibilità sempre peggiore per la mancanza di servizi considerati essenziali in terra Finnica.

Nonostante ciò, non sarebbe facile per un italiano vivere a Jyväskylä. La cultura mediterranea offre la possibilità di assaporare la vita in maniera forse più passionale, e sarebbe difficile abituarsi ad un clima – ambientale e umano - così diverso. Ma perché questo deve tradursi per forza in una  rinuncia a una vita di società civile, rispettosa e onesta che in Finlandia, ad esempio, si realizza in maniera così naturale?

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