lunedì 17 ottobre 2011

Il mito alieno torna al cinema


“Super 8” ha tutte le carte in regola per diventare il nuovo ET.
Può essere Steven Spielberg l’ennesimo paladino del ritorno in auge degli anni Ottana? Nessuno si sarebbe mai aspettato che il regista de Lo squaloJurassic Park e Schindler’s List – ne ho citati tre a caso in una filmografia interminabile e piena di titoli altrettanto famosi – navigasse nella stessa direzione di Amanda Lear, Sabrina Salerno o Umberto Smaila – anche qui ho preso a caso nel variegato panorama artistico eighties.

E invece “Super 8”, il film da poco uscito nelle sale per la regia di J.J. Abrams (uno degli ideatori della serie “Lost”, mica roba da niente), sembra rappresentare una risposta affermativa e convinta alla domanda di cui sopra. Già, perché “Super 8” segna il ritorno sui grandi schermi della mitologia degli alieni, in quanto esseri superiori venuti sulla terra con intenti pacifici. A questo punto i ricordi cominciano a tornare in mente: ET – Telefono - Casa. Perfetto, ci siamo.
Steven Spielberg firmò la regia del film simbolo di una generazione che cercava la speranza oltre le stelle, nello spazio sconosciuto, lontano dalle macerie delle ideologie del Novecento che crollavano pietosamente a terra. Era il 1982. E ora, a guardarci bene attorno, forse è davvero giunto il momento di puntare di nuovo il naso all’insù, alla ricerca di nuove speranze. O quantomeno per distrarci e passare una bella serata.
C’è ancora lo zampino di Spielberg in “Super 8”, il quale figura come produttore. Ma i meriti di Abrams, quelli per aver messo su una pellicola piacevole, divertente, poetica e piena di ritmo, sono evidenti.
La storia è quella di un gruppo di ragazzini che, mentre sta girando un horror amatoriale da presentare a un concorso di video in Super 8, si trova ad assistere a un incidente ferroviario causato da un auto che si è lanciata a folle velocità contro un treno: a bordo c’è il loro insegnante di biologia che, dopo il deragliamento dice ai ragazzi di allontanarsi e di non raccontare nulla alle loro famiglie. La zona viene immediatamente presa in consegna dall’esercito, mentre nella piccola cittadina dell’Ohio (il film è ambientato nell’estate del 1979) iniziano a verificarsi strani episodi. Tra sparizioni di animali e furti di cavi elettrici, i cinque amici si convincono che a bordo di quel treno c’era qualcosa di mostruoso, mentre il vicesceriffo vuole vederci chiaro.
I cinque ragazzi reggono in maniera sorprendente alla prova di una pellicola studiata apposta per farli essere sempre nel vivo dell’azione. Mentre gli effetti speciali funzionano, soprattutto nella spettacolare scena del deragliamento. Colonna sonora, manco a dirlo, in pieno stile anni Ottanta (fanno capolino, tra le altre, “Heart of glass” dei Blondie e “My sharona” dei Knack), corredo a un film comunque ricco di citazioni.
L’alieno di “Super 8” non risulterà tenero quanto E.T., visto che non parla come uno straniero che conosce solo due parole di italiano, ed è anche più bruttino. Però svolge appieno la sua funzione di smuovere i nostri sentimenti più umani, ammonendoci riguardo alle corazze che spesso indossiamo e che ci impediscono di fidarci degli altri.
Le nuove generazioni di bambini e pre-adolescenti hanno finalmente il loro film generazionale da consumare negli inverni casalinghi. I più grandi hanno trovato un buon motivo per passare una serata in più con i loro figli. E se non ce li hanno, possono sempre sognare l’arrivo degli alieni e un mondo migliore di questo.

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